sabato 27 marzo 2010

La leggenda della passiflora

Nei giorni lontani, quando il mondo era tutto nuovo, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto.
Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla la primavera era già lontana...
- Fà che anch'io fiorisca, o Signore! - Pregò la piantina.
- Tu pure fiorirai - rispose il Signore.
- Quando? - chiese con ansia la piccola pianta senza nome.
- Un giorno... - e l'occhio di Dio si velò di tristezza.
Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell'anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori. Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome.
Il vento portò l'eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue...
- Vorrei piangere anch'io come piangono gli uomini - pensò la piantina con un fremito...
Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa. Subito sbocciò un fiore bizzarro, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi... era la passiflora, il fiore della passione.
(Autore ignoto)




Auguro a tutti voi un buon fine settimana!

sabato 20 marzo 2010

                                                                                        

                                                  
Solo più ricordi...
che si accavallano dolorosi nella mente,
come chicchi di grandine d'agosto
a colpire un ormai straziato fiore.
Dov'è la tua amorevole protezione,
il tuo avvolgente sorriso nell'aprirmi la porta,
il tuo caldo abbraccio,
la tua solida presenza percepibile seppur in un ricco silenzio.
Solo più ricordi...
che non lascerò ingiallire come vecchie fotografie;
incorniciati dalle sfumature del presente,
con l'emozione dell'appena trascorso,
vivranno in me per sempre,
taglienti come lame a trafiggermi il cuore.
                                       (Francesca)


martedì 16 marzo 2010

Paradiso e Inferno

Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell'aldilà e fu destinato al paradiso.
Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno.
Un angelo lo accontentò.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.
"Com'è possibile?" chiese il samurai alla sua guida.
"Con tutto quel ben di Dio davanti!"
"Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all'estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca"
Il coraggioso samurai rabbrividì.
Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.
Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.
Qui lo attendeva una sorpresa.
Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno!
Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi.
Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca.
C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.
“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il coraggioso samurai.
L’angelo sorrise:
“All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”.
Paradiso e inferno sono nelle tue mani.
Oggi.

mercoledì 10 marzo 2010

Questo video mi è piaciuto molto, spero sia così anche per voi, buona visione!





lunedì 8 marzo 2010

Essere Donna di Concetta Memoli


Girls Comments                                                                        



È come essere mare
infranger sugli scogli
la malinconia
tender la mano verso
approdi sicuri
scrutare l’orizzonte
e il volo dei gabbiani
e il loro folle grido.
È come essere terra
calpestare gli odiati
ricordi
rotolarsi  nella polvere
per annientare
il dolore
e rinascere
È come essere aria
trasparente  nell’animo
sollievo e leggerezza
per librarsi  nel vento
e  sognare.
È come essere fuoco
vivere le ire della passione
cogliere i lampi dell’amore
il calore di una vita
È ascoltarsi dentro
saper cogliere uno sguardo
stringere una mano
sorridere, piangere
Essere donna è
saper dove poggiare il capo
cullare una speranza
e scrutare l’orizzonte
infinito
.

                                                                                                Concetta Memoli


domenica 7 marzo 2010

Festa della donna


glitter-graphics.com  


Auguro a tutte voi una piacevolissima giornata, con la speranza che non duri solo un giorno!







sabato 6 marzo 2010

7 MARZO COMPLEANNO DI ADAMUS!

Tantissimi auguri!




www.Cartoline.it

Così Tanti?!

Tartufi al cioccolato



Se siete un po'  "giù" vi consiglio di provare questa ricetta, è veramente speciale!


Occorrente per circa 30 tartufi:
250 g cioccolato fondente
100 ml di panna
20 g zucchero
1 noce di burro
rum a piacere
cacao amaro e/o zucchero a velo per la copertura

Fate sciogliere il cioccolato , a parte scaldate la panna con il burro, lo zucchero e il rum, senza far bollire.
Unite al cioccolato e mettete il tutto in una teglia foderata con pellicola , dovrà restare in frigorifero per qualche ora, finchè non si sarà solidificato. Dopodichè prendete delle piccole porzioni di cioccolato e formate delle palline , a questo punto potete farle rotolare in una scodella precedentemente preparata con il cacao amaro (e un po' di zucchero a velo). Mettete ogni tartufo nei pirottini e....BUON APPETITO!!

giovedì 4 marzo 2010

Un bellissimo regalo ricevuto da Lilly Maga di Endor

 


Se anche tu vedi la stessa luna, non siamo poi così lontane...
Grazie per l'emozioni che ci dai! 
Lilly

Grazie  a te dolcissima Lilly! Francesca

mercoledì 3 marzo 2010

La pietra azzurra


 
Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio.
Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti.
Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.
"E per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?".
Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?".
Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.
"Bastano?", disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi".
L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio.
"Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione".
La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.
Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurrì. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò:
"Questa collana è stata comprata qui?".
"Sì, signorina".
"E quanto è costata?".
"I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me".
"Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo".
Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.
"Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".

- B. Ferrero -